FIGLI ADOLESCENTI 


Foto di Giorgia Dalmasso

Quando si parla di adolescenza, spesso se ne parla come di un periodo difficile, di scontro, di fatica. 

Molti sono i cambiamenti che i nostri figli e noi genitori dobbiamo affrontare, ma al contrario di quanto si pensa, non tutte le adolescenze sono problematiche e, spesso, se nell’infanzia il rapporto è stato ben impostato, l’adolescenza verrà percepita come un periodo di forti trasformazioni, scontri e forte bisogno di indipendenza, ma si ricomporrà senza danni.

In questo periodo avviene un buon numero di cambiamenti all’interno del sistema familiare.
Il rapporto tra genitori e figli assume nuove sfaccettature e mutano gli equilibri che sino ad allora si erano creati. 
Nell’adolescente il cambiamento più evidente avviene a livello corporeo, c’è un esplosione ormonale così forte (il fisico si sviluppa più velocemente rispetto alla psiche) che, necessariamente, determinerà una crisi di identità: non si è più bambini, ma neanche adulti.

Questo processo di trasformazione porta con se ulteriori novità: il gruppo dei pari diventa il principale punto di riferimento, mentre il genitore che sino ad allora era stato considerato come il modello identificativo principale, viene messo in discussione con l’intento esclusivo di differenziarsene.
Il genitore vive questo processo come una perdita di potere e una messa in discussione del suo ruolo, in quanto percepisce il figlio in modo diverso e si sente meno importante rispetto a prima.

La maggiore confusione (anche se a volte facciamo fatica a crederlo), la vive l’adolescente che si trova in piena trasformazione. 
Egli deve poter comprendere i propri sentimenti, capire che livello di autonomia può raggiungere, identificare ciò che gli interessa e vuole conoscere, attuando un processo di differenziazione dai genitori. 

Mettere in discussione le regole ha la funzione di stabilire il limite oltre il quale è possibile andare.
Solo attraverso questa sperimentazione l’adolescente potrà percepire il confine entro cui muoversi.
Se questo confine viene messo in termini positivi e chiari, la regola assumerà a sua volta una connotazione positiva, perché verrà vissuta come protettiva; al contrario, se viene percepita come ingiusta e persecutoria, violarla diventerà l’unico modo per affermare se stessi e definire il proprio potere.

Nonostante i continui tentativi di ribellione, l’adolescente ha ancora bisogno che il genitore continui a svolgere la sua funzione di contenimento; quest’ultimo però deve adattarsi ai nuovi bisogni del figlio/a che sta crescendo e che ha un suo modo di esprimersi e di relazionarsi con il mondo degli adulti.

In questo periodo è importante che anche il comportamento di genitori cambi, occorre cominciare a pensare ai figli come figure più autonome e capaci di evolversi.
Questo comporterà l’assunzione di un atteggiamento meno protettivo cercando di evitare di sostituirsi al figlio quando quest’ultimo esprimerà i suoi slanci di autonomia, restando ad osservare con discrezione mentre compie le sue “prove di crescita”. 
Queste “prove” possono essere molto diverse da quelle che ci aspettiamo, possono essere addirittura lontanissime da quello che vorremmo facesse nostro figlio/a.

Qui, è importante ricordarsi che i nostri figli sono altro da noi e desiderano cose diverse.
Quando il genitore ha appurato che il comportamento del figlio non è distruttivo, deve essere in grado di lasciarlo fare. 
Inoltre, e’ importante, a mio avviso, ricordarci come eravamo noi alla loro età. Ma lo dobbiamo fare onestamente senza costrutti e falsi miti.
Questo atteggiamento serve per non sentirci lontani anni luce dai nostri figli e, forse, un po’ meno spaventati.
Non dico di essere dei genitori amici, ma di andare oltre alle loro azioni. Il passaggio dall’infanzia alla adolescenza è così forte e repentino che abbiamo bisogno di ricorrere a tutta la nostra esperienza, non solo di adulti ma anche di ex adolescenti.

È essenziale anche avere fiducia. A volte i nostri figli la tradiranno, ma fa parte del gioco. Ciò che conta è andare oltre e provare a comunicare.

Anche i tempi sono importanti. 
Non è pensabile aspettarsi che il proprio figlio/a adolescente trascorra del tempo con noi, non ne ha voglia.. 
Non è nemmeno pensabile che parli con noi o ci racconti di se quando noi lo desideriamo... (credo sia esperienza comune a molti genitori di essere ricercati dal figlio per parlare in ore improponibili o in momenti inadeguati pur essendo stati a casa, a loro disposizione, tutto il giorno …).
L’adolescente arriverà da noi nel momento meno probabile, meno consono, ma arriverà. E forse è giusto così. Non è facile parlare, soprattutto quando nella propria testa si ha tanta confusione e tutto è il contrario di tutto.

Parlare è comunque importante ed è anche importante esprimere ai figli la propria fatica di genitore. 
Il dialogo permetterà ad entrambi di cambiare, il figlio sentirà la fiducia del genitore che nonostante la paura e la fatica, gli permette di sperimentarsi nel mondo; il genitore, dal canto suo, scoprirà un nuovo modo di stargli vicino, accettando la sua crescita e provando a relazionarsi in modo diverso da come faceva quando era bambino/a.
Lo so molti di voi a questo punto potranno dire “ma è un bambino! vuole essere trattato da adulto e poi non sa assumersi nessuna responsabilità, nemmeno le più banali..!”Certo è proprio così, ma il nostro ruolo educativo non è mica finito! Proprio in questa grande ambivalenza dobbiamo cercare di insegnare loro come fare, aspettandoci che cadano, non facciano, si ribellino…

Inoltre, aspettiamoci pure che la spinta alla crescita lo/la porti ad essere feroce con noi… e questo, a volte, ci ferirà, ci manderà in confusione.
Arriveremo anche al punto di non riconoscerlo/a più…
Io spesso dico che questo è un periodo dove i genitori “vanno a tentoni” , ovvero cercano di trovare le migliori soluzioni cercando di fare meno danno possibile a se stessi e ai propri figli.
È normale e fisiologico.
Sappiate che è dura, ma poi passa….


Non dimentichiamoci che l’adolescenza è un periodo di forti cambiamenti (oltre ad essere un mondo infinito di sfaccettature a seconda del sesso, cultura, situazione famigliare, ecc.) e per questo motivo anche il malessere che noi genitori proviamo è in evoluzione, sembra quasi segua una escalation.
Proprio per questo, sapere di poter chiedere aiuto o confrontarsi in un momento di difficoltà può sostenere la famiglia ad affrontare i momenti più duri.

A ragione di ciò ho pensato di proporre cinque incontri tra genitori di figli adolescenti che desiderino dialogare, portare la propria esperienza, confrontarsi su questo tema.
A breve metterò tutte le indicazioni sul sito affinché possiate iscrivervi.
Se, invece, qualcuno di voi lo preferisce, può contattarmi in privato per alcune sessioni individuali di Counseling Olistico Relazionale.

 

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